Gaza 2035: Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu svela un piano regionale per costruire una “vasta zona di libero scambio” collegata via treno a NEOM

di Daniel Roche 

The Architect Newspaper , 21 maggio 2024

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente presentato un documento PowerPoint che ci offre uno scorcio su quello che il partito Likud ha in mente per il futuro di Gaza, e Medio Oriente in generale. Il 3 maggio Netanyahu ha svelato Gaza 2035: un piano complessivo in tre fasi per costruire quello che lui chiama “La Zona di libero scambio Gaza-Arish-Sderot.” Il piano è stato pubblicato per la prima volta da The Jerusalem Post e poi da Al Jazeera.

La Zona di libero scambio Gaza-Arish-Sderot comprenderebbe i 365 km2 della Striscia di Gaza dove oltre 34.500 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nel corso degli ultimi mesi e dove gli esperti riferiscono di una carestia in corso. La zona includerebbe anche il porto El-Arish, a sud di Gaza, nella penisola del Sinai egiziana, e Sderot, una città israeliana a nord di Gaza.

Il 2 maggio funzionari ONU hanno rilasciato un rapporto affermando che oltre il 70% del patrimonio edilizio di Gaza è stato distrutto e che la ricostruzione costerebbe 40–50 miliardi di dollari. Questo ha spinto Abdallah al-Dardari, un funzionario ONU, a dire: “Non abbiamo visto nulla di simile dal 1945.”

Sotto gli auspici di Gaza 2035, la nuova zona di libero scambio sarebbe amministrata da Israele, Egitto e da quello che il primo ministro israeliano chiama Gaza Rehabilitation Authority [Autorità di Riabilitazione di Gaza] (ARG)— un’agenzia prevista con gestione palestinese che supervisionerebbe la ricostruzione di Gaza e “gestirebbe le finanze della Striscia.”

Il PowerPoint afferma che l’ARG non concederebbe la sovranità ai palestinesi e non menziona la soluzione a due Stati. Invece entro il 2035 Gaza e la Cisgiordania verrebbero sottoposte all’ “amministrazione formale” della Autorità Palestinese (AP) e Israele sarebbe responsabile della sicurezza della zona di libero scambio. Ron Ben Yishai, corrispondente di yNet, ha definito Gaza 2035 “la visione Singapore” di Netanyahu.”

Map of Netanyahu’s proposed Gaza-Arish-Sderot Free Trade Zone for Gaza 2035
Mappa of della proposta zona di liberpo scambio Gaza-Arish-Sderot (Fonte: ufficio del primo ministro israeliano)

Gaza 2035 è ufficialmente intitolato Piano per la Trasformazione della Striscia di Gaza e promette di far passare Gaza “dalla crisi alla prosperità.” L’idea di Netanyahu prevede di “ricostruire dal nulla”. 

Il piano regionale è stato accolto con una certa opposizione. Il 16 maggio il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan ha condannato il piano con una dichiarazione pubblica. Lara Elborno, avvocata dei diritti umani americana-palestinese, ha detto sui social media: “Il piano israeliano di rubare il nostro gas e imporci questo futuro distopico va urgentemente e inequivocabilmente contrastato. Gaza non è ‘niente’.”

Il “piano Marshall” di Netanyahu

Se il “piano Marshall” di Netanyahu avrà successo, ha detto il primo ministro, può essere “ripetuto in Yemen, Siria e Libano.” Gaza 2035 arriva meno di un anno dopo la presentazione da parte di Netanyahu alle Nazioni Unite del suo progetto “Grande Israele” che ipotizza l’assorbimento di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est entro i confini ufficiali dello Stato di Israele.

Complessivamente Gaza 2035 si svilupperebbe in tre fasi. La prima, detta “Aiuti umanitari,” consiste in un programma di un anno che “deradicalizzerebbe” Gaza e sradicherebbe Hamas. La seconda fase durerebbe fra i 5 ai 10 anni durante i quali Arabia Saudita, EAU, Egitto, Bahrain, Giordania e Marocco “supervisionerebbero” la ricostruzione di Gaza. Lo stadio finale arriverebbe quando la Palestina firmerà gli Accordi di Abramo, che indicano l’“autogoverno palestinese,” seppure senza uno Stato.

Dei Paesi arabi citati gli EAU sono gli unici ad aver commentato il piano. Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan ha detto: “Gli Emirati Arabi Uniti condannano le dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che chiede [agli EAU] di partecipare all’amministrazione civile della Striscia di Gaza, che è sotto l’occupazione israeliana.” La dichiarazione continua: “Gli EAU sottolineano che il primo ministro israeliano non ha il potere giuridico di fare questo passo e lo Stato rifiuta di essere coinvolto in qualsiasi piano che miri a offrire copertura alla presenza israeliana nella Striscia di Gaza.”

Collegare Gaza a NEOM?

I rendering del documento Gaza 2035, creati con IA, mostrano grattacieli futuristici, campi di pannelli fotovoltaici e impianti di desalinizzazione dell’acqua nella penisola del Sinai, un nuovo corridoio ferroviario ad alta velocità lungo la strada Salah al-Din (la principale superstrada di Gaza che collega Gaza City e Rafah), e piattaforme petrolifere al largo della costa di Gaza. 

Le piattaforme petrolifere e le navi container non sono un dettaglio: nel 2019 analisti delle Nazioni Unite avevano stimato che oltre 3.2 miliardi di barili di petrolio giacciono sotto la zona portuale di Gaza e la Cisgiordania con un valore stimato di miliardi di dollari. Secondo l’ONU il Mediterraneo orientale potrebbe contener 1.7 miliardi di barili e la Cisgiordania potrebbe averne 1.5 miliardi. Questi ritrovamenti hanno indotto la giornalista ambientale Yessenia Funes (citando Shereen Talaat, fondatrice e direttrice del movimento MENAFem per lo sviluppo economico e l’ecogiustizia) a descrivere su Atmos le azioni militari di Israele 2023–24 a Gaza come motivate dalle risorse: “Questo genocidio è tutta una questione di petrolio.” 

map of railway network
Gaza 2035 prevede una ferrovia di 210 Km fra Gaza e NEOM. (Fonte: ufficio del primo ministro israeliano)

Oltre i rendering generati da IA anche i diagrammi sono importanti. Oggi Gaza è il fulcro di una via commerciale storica in Medio Oriente tra Il Cairo e Baghdad, e l’Europa e lo Yemen. Gaza 2035 capitalizzerebbe questa posizione geografica aggiungendovi un nuovo servizio ferroviario est-ovest fra Alessandria d’Egitto e Gaza City, in Palestina. Aggiungerebbe anche un servizio ferroviario nord-sud fra Gaza e NEOM, l’ipotetica città saudita di 500 miliardi di dollari a circa 200 chilometri a sud di Rafah.  Il documento dice che tutte queste connessioni aprirebbero opportunità perché aziende tecnologiche, industrie e “città per la produzione di veicoli elettrici” migrino verso la Zona di libero scambio Gaza-Arish-Sderot.

Al momento le ferrovie israeliane hanno 66 stazioni e a sud il servizio termina a Dimona. Secondo Gaza 2035 la nuova linea Gaza-NEOM espanderebbe il servizio di circa 160 chilometri da Dimona ad Aqaba, in Giordania e poi si collegherebbe a NEOM. La linea Gaza-NEOM farebbe una fermata a Be’er Shiva, in Israele, e poi si dividerebbe a un raccordo vicino a Sderot, da dove i treni andrebbero a Rafah o Tel Aviv – Haifa.

AI-generated city with electric vehicle manufacturing
Una nuova “industria di produzione di veicoli elettrici” nel nord di Gaza (Fonte: ufficio del primo ministro israeliano)

La proposta della nuova ferrovia Gaza-NEOM si inserisce nella Visione 2030 saudita che cerca di normalizzare in parte le relazioni con Israele costruendo l’ipotetica città la cui lunghezza è stata recentemente ridimensionata da 170 a 2.5 chilometri.

Anche nel nord di Gaza ci sarebbe una nuova “città per la produzione di veicoli elettrici.” A sud ci sarebbe la nuova ferrovia fra Gaza e il porto marittimo di El-Arish e l’aeroporto El-Gora nella penisola del Sinai, un piccolo hub regionale a una ventina di chilometri a sud di Rafah. Questo si collegherebbe con il Corridoio economico India-Medio Oriente -Europa (IMEC), la Via della Seta per unire Asia ed Europa. 

 “Il lungomare di Gaza avrebbe un gran valore”

Gaza 2035 è il primo strumento di pianificazione ufficiale per Gaza presentato dal primo ministro israeliano dall’ottobre 2023, che va ora a unirsi ad altre idee non autorizzate da parte di leader israeliani e statunitensi il futuro di Gaza.

Il 13 ottobre a pochi giorni dall’uccisione da parte di Hamas di almeno 1.139 israeliani e dal rapimento di 240 ostaggi, il Misgav Institute for National Security & Zionist Strategy, un think tank israeliano, ha lanciato una strategia dicendo che “al momento c’è una rara e unica opportunità di evacuare l’intera Striscia di Gaza.” Il piano, presentato da Gila Gamliel, attivista del Likud e ministra dell’Intelligence israeliana, prevede l’espulsione forzata di 2.2 milioni di gazawi nella penisola del Sinai. 

A dicembre, Harey Zahav, un gruppo immobiliare israeliano, ha fatto uscire degli annunci pubblicitari di case sul lungomare di Gaza. (Più tardi Harey Zahav ha detto che le sue pubblicità volevano essere uno “scherzo.”) Jared Kushner ha detto che “il lungomare di Gaza avrebbe un gran valore” e che sarebbe interessato a costruire “proprietà con vista mare” mentre Israele “ripulisce” la Striscia di Gaza. Ad aprile Bill Ackman, manager di un fondo speculativo, ha presentato il proprio piano per Gaza e non è molto diverso da quello che al momento sta immaginando Netanyahu. 

Resta da vedere se Gaza 2035 sarà messo in pratica o no. Il 15 maggio Joav Gallant, ministro della Difesa israeliano, ha dichiarato la propria opposizione a Gaza 2035 e a ogni governo militare di Gaza a lungo termine da parte di Israele. Le critiche degli EAU sono state pubblicate il giorno dopo, il 16 maggio. 

Il 21 maggio la Corte Penale Internazionale (CPI) ha detto di aver richiesto mandati di arresto per Netanyahu e Gallant, oltre a quelli per Yahya Sinwar, capo di Hamas, e altri due leader di Hamas.

 

traduzione dall’inglese di Mirella Alessio per Zeitun.info