Massacro di Nuseirat: i palestinesi massacrati non esistono per i media razzisti e colonialisti dell'Occidente

Linah Alsaafin

10 giugno 2024

Biden e Netanyahu stanno precipitando verso l'abisso e gli effetti del prolungamento di questo genocidio si ritorceranno, prima o poi, contro i loro interessi

Foto: Un bambino ferito viene assistito all'ospedale dei martiri di Al-Aqsa, all'indomani di un attacco israeliano nella Striscia di Gaza centrale, 8 giugno 2024 (Reuters)

 

I fatti dell'operazione militare congiunta USA-Israele con la quale, sabato,  sono stati uccisi e feriti quasi 1.000 palestinesi del campo profughi di Nuseirat,  non parlano minimamente  dell'eroismo tanto celebrato o della precisione che i titoli dei media occidentali hanno esageratamente sbandierato sulle prime pagine.

Ma in un mondo distopico dove la cruda  uccisione di almeno 50.000 uomini, donne e bambini nell'arco di otto mesi non fa  battere ciglio ai vertici dell'ordine governato del Nord del mondo, si può anche essere perdonati per aver pensato che qualsiasi missione che distrugga centinaia di vite civili per recuperare quattro prigionieri, sia un motivo per festeggiare.

Ancora peggio è quando i 274 palestinesi uccisi e i 698 feriti nel massacro del campo profughi di Nuseirat vengono deliberatamente cancellati dalla copertura mediatica o appena citati come un ripensamento in un titolo o vagamente in un sottotitolo.

La copertina domenicale del New York Times, un giornale che ha volontariamente distrutto le sue ultime vestigia di credibilità per agire come uno sfacciato stenografo della propaganda israeliana, mostrava con orgoglio il titolo "L'esercito israeliano libera 4 ostaggi in una missione a Gaza".

La copertina è accompagnata da una foto di un prigioniero israeliano sorridente rilasciato (menzionato per nome) e circondato da soldati trionfanti. I palestinesi uccisi sono relegati in una nota a piè di pagina.

Fine modulo

La BBC e la Reuters seguono la stessa linea, scegliendo di aprire rispettivamente con "Quattro ostaggi israeliani liberati in un raid nel centro di Gaza" e "Le forze israeliane salvano quattro ostaggi vivi da Gaza, dicono i militari".

La CNN ha scelto di concentrarsi sulla logistica invece che sulle vittime di massa: "L'operazione israeliana per salvare 4 ostaggi ha richiesto settimane di preparazione", ha scritto seriamente.

Il Washington Post è stato più schietto nel suo tono: "Un raro giorno di gioia in mezzo allo spargimento di sangue quando 4 ostaggi sono stati salvati vivi". Un secondo titolo continuava a recitare "Quattro ostaggi israeliani salvati vivi" e aggiungeva come poscritto il numero parziale di palestinesi uccisi: "almeno 210 persone uccise a Gaza, dicono i funzionari".

E poi c'è il Sunday Times, inequivocabile e imperturbabile nel suo tono, scritto con una sorta di estro che lascia senza fiato come se descrivesse la trama ridondante di un film d'azione hollywoodiano.

"Un audace raid libera a Gaza l’ostaggio della motocicletta", iniziava il titolo, prima di continuare alla pagina successiva con: "Un attacco chirurgico, un feroce scontro a fuoco e i festeggiamenti hanno rotto la quiete del sabato".

La carneficina che questo "attacco chirurgico" ha lasciato dietro di sé, i corpi mutilati dei palestinesi che giacciono di traverso per le strade del mercato, le dozzine di edifici e case distrutte sono completamente omessi.

Disumanizzazione dilagante

C'è un senso di macabro nel fatto che, anche quando si parla di palestinesi, questo viene fatto con la voce sottomessa che ci si aspetta da questi organi di informazione, privi di contesto e distaccati da chi sta facendo loro cosa.

Il Guardian eccelle nel suo esempio di copertura dell'atroce assalto di sabato: "Israele salva quattro ostaggi mentre gli attacchi nelle vicinanze uccidono 93 palestinesi".

Il lettore è lasciato a meravigliarsi per l'evidente dissociazione e per il buco nella trama. Quali attacchi? Effettuato da chi? Che cosa significa "nelle vicinanze"?

In fin dei conti, questi titoli non sono una sorpresa e sono il prodotto di decenni di disumanizzazione dilagante. La dichiarazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sull'operazione non fa menzione dei palestinesi uccisi, perché i corpi neri e marroni semplicemente non contano per i suoi interessi imperialisti.

Il fatto che l'operazione di salvataggio di quattro israeliani avvenga a costo di qualche centinaio di palestinesi è, come dice l'accademica e redattrice di Jadaliyya Maya Mikdashi, "puro razzismo coloniale".

Non c'è motivo di rallegrarsi per il fatto che 274 palestinesi hanno dovuto essere brutalmente uccisi in modo che questi quattro prigionieri israeliani - sani e in ottima forma al contrario delle figure spezzate, malconce e scheletriche dei palestinesi liberati dalle carceri israeliane - possano tornare con le loro famiglie.

In ogni caso, nessuno doveva essere ucciso dato che Hamas si era offerto di rilasciare i prigionieri civili lo scorso ottobre in cambio del fatto che l'esercito israeliano non invadesse la Striscia di Gaza.

Secondo il portavoce dell'ala militare di Hamas, Abu Obeida, l'operazione, che ha descritto come un "complesso crimine di guerra", ha ucciso anche alcuni altri prigionieri israeliani, ma non ha specificato le circostanze o quanti sono stati uccisi. "Il nemico è stato in grado di recuperare alcuni dei prigionieri commettendo un orribile massacro, ma ne ha uccisi alcuni altri durante l’operazione", ha detto.

Non c'è dubbio che l'uso della forza militare letale non sia la via più pratica per liberare i prigionieri israeliani. Il rilascio della maggior parte dei prigionieri israeliani, 105, è avvenuto attraverso una tregua temporanea che ha visto anche il rilascio di prigionieri palestinesi lo scorso novembre.

Gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza hanno ucciso un numero imprecisato di prigionieri israeliani, e quelli che sono stati "salvati" a febbraio ne includevano solo due, a spese di 74 palestinesi uccisi. 

Ma il primo ministro Benjamin Netanyahu, l'orgoglioso esecutore di questo genocidio, e i quadri estremisti altrettanto violenti che compongono il suo governo, sono sempre stati sinceri riguardo alle loro intenzioni. Non si è mai trattato di liberare prigionieri israeliani né di garantire la sicurezza di Israele.

Distruggere Gaza

Si è sempre trattato di decimare la Striscia di Gaza, diradare la sua popolazione e sfollare con la forza i palestinesi rimasti, in linea con la visione di una colonia di insediamento in espansione.

I dettagli di come questa presunta missione di salvataggio sia andata a buon fine, con il pieno sostegno e la partecipazione degli Stati Uniti, sono incredibilmente ignobili.

Nonostante Israele stia portando avanti questa brutale aggressione contro i palestinesi, (gli israeliani) sono solo i soldati di fanteria di quello che è sempre stato un genocidio fornito, sostenuto e pagato dagli Stati Uniti

I soldati hanno scelto di camuffarsi all'interno di due veicoli, tra cui un camion di aiuti umanitari, un crimine contro i diritti umani e un palese atto di perfidia che l'Occidente ha ripetutamente accusato Hamas di aver fatto senza presentare alcuna prova credibile.

Abdullah Jouda, uno studente di medicina di 23 anni che è stato sfollato quattro volte, racconta di come, dopo aver sentito un trambusto in strada, ha aperto la portiera e si è trovato faccia a faccia con il camion. Ha anche incrociato lo sguardo con uno delle forze speciali.

"Le persone stavano uscendo dal camion, vestite di nero e con fasce Qassam avvolte intorno alla testa", ha scritto su X. "Per un attimo mi sono sentito come se fossi in un film americano".

Jouda ha chiuso la porta ed è corso al piano di sopra, dove si trovava la sua famiglia.

"Sembrava letteralmente che fossero iniziati gli orrori del giorno del giudizio ", ha detto. La famiglia si è riparata in un lato della casa, mentre i proiettili sono piovuti intorno a loro senza sosta per 30 minuti. Il camion è rimasto al suo posto, prima che il fuoco di copertura lo colpisse con un missile F-16, mandando in frantumi i vetri della casa e ferendo tutti.

"Poi siamo scesi in strada e siamo scappati. Quando siamo arrivati alla fine della strada, hanno distrutto l'intero isolato residenziale, compresa la casa in cui ci trovavamo. Non dimenticherò mai i dettagli di questo giorno importante", ha concluso. "La cosa più importante è che siamo ancora vivi".

Anche la tempistica di questa operazione non è stata casuale. Come a dimostrare l'assoluta arroganza nel causare intenzionalmente il massimo numero di  vittime civili, per spianare la strada alle forze USA-Israele una volta che queste erano state scoperte, gli aerei da guerra hanno colpito l'affollato mercato durante il giorno.

Il camion degli aiuti era inoltre partito dal cosiddetto molo galleggiante degli aiuti statunitensi, simbolo di un'occupazione non così abilmente mascherata, che sabato ha finalmente dato ragione agli scettici quando si è rivelato essere una struttura militare congiunta israeliana.

Tutto ciò non sorprende, e rafforza il fatto che, nonostante Israele stia portando avanti questa brutale aggressione contro i palestinesi, essi sono semplicemente i soldati di fanteria di quello che è sempre stato un genocidio fornito, sostenuto e pagato dagli Stati Uniti.

Prolungare il genocidio

Il presidente Joe Biden, un ardente e schietto sionista, potrebbe porre fine a questo incubo per i 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza con una semplice telefonata.

Ma negli ultimi otto mesi si è rifiutato di imporre una sola conseguenza al governo israeliano. Al contrario, incoraggia attivamente la continuazione del genocidio, mentre allo stesso tempo impiega il linguaggio ambiguo degli appelli e delle proposte di cessate il fuoco. Ma la presenza ed il ruolo di Israele come risorsa dell’impero valgono più di qualsiasi, se non tutte, le vite dei palestinesi.

Come dice l'ex funzionario del Dipartimento di Stato Aaron David Miller, non c'è "dubbio" che Biden non nutra la stessa profondità di sentimenti ed empatia per i palestinesi che offre agli israeliani.

E' per questo che le immagini raccapriccianti del cervello esposto di un ragazzo, il cui corpo inerte improvvisamente si scuote, non muova commozione in coloro che stanno dietro il genocidio di Gaza.

E' per questo che le strazianti testimonianze del massacro di Nuseirat, da parte dei sopravvissuti che hanno visto le forze israelo-americane fare irruzione nelle loro case per giustiziare a sangue freddo i loro familiari, si registrano a malapena nell'approccio degli Stati Uniti ai propri piani di violenza e brutalità.

Ma queste continue uccisioni e questa barbarie mai vista sono solo una vigliacca facciata che protegge ciò che è palesemente ovvio: Biden e Netanyahu stanno precipitando verso l'abisso, e gli effetti del prolungamento di questo genocidio si ritorceranno, prima o poi, contro i loro interessi.

Linah Alsaafin è una giornalista palestinese che ha scritto per Al Jazeera, The Times Literary Supplement, Al Monitor, The News Internationalist, Open Democracy e Middle East Eye.

Nuseirat massacre: Slaughtered Palestinians do not exist for West's colonial racist media | Middle East Eye

Traduzione a cura di Associazione di Amicizia Italo-Palestinese