'Conclusioni errate, non ha tenuto conto di tutte le circostanze'
CITTÀ DEL VATICANO, 14 febbraio 2024
da: Redazione ANSA https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/02/14/ambasciata-di-israele-presso-la-santa-sede-dichiarazione-di-parolin-deplorevole_da33af8b-7c9f-47c4-9cab-7a3a8c828d6a.html
L'ambasciata di Israele presso la Santa Sede commenta la dichiarazione del Segretario di Stato Vaticano, il card.Pietro Parolin, che ha parlato di una risposta "sproporzionata" rispetto all'attacco di Hamas. "E' una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di TUTTE le circostanze e i dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate", scrive in una nota l'ambasciata.
[Quel che l’ambasciatore mostra di non sapere che la raccomandazione de “l’uso di una forza sproporzionata” costituisce una teorizzazione formulata da parte del generale Gadi Eizenkot, capo di stato maggiore israeliano dal 2015 al 2019 (1), NdR]
L'ambasciata di Israele presso la Santa Sede fa riferimento alle parole pronunciate dal card. Parolin in occasione dell'anniversario dei Patti Lateranensi. Tra "le circostanze e i dati rilevanti", che il Segretario di Stato avrebbe dovuto considerare, per l'ambasciata c'è il fatto che "Gaza è stata trasformata da Hamas nella più grande base terroristica mai vista. Non c'è quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali, inclusi ospedali, scuole, luoghi di culto e molti altri". Poi: "Gran parte del 'progetto' di Hamas, vale a dire la costruzione di questa infrastruttura terroristica senza precedenti, è stato attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale. I civili di Gaza - sostiene ancora l'ambasciata - hanno anche partecipato attivamente all'invasione non provocata del 7 ottobre nel territorio israeliano, uccidendo, violentando e prendendo civili in ostaggio. Tutti questi atti sono definiti crimini di guerra". Le operazioni militari dell'Idf, si legge ancora nella nota, "si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale".
“Secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili(1). Tutte le vittime civili sono da piangere, ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, la proporzione era di 9 o 10 civili per ogni terrorista. Quindi, la percentuale dell'Idf nel tentativo di evitare la morte dei civili è circa 3 volte superiore, nonostante il campo di battaglia a Gaza sia molto più complicato, come già detto", riporta ancora la nota.
Come l'Ambasciata israeliana sembra calcolare il numero di "terroristi" uccisi. In base a tale calcolo lo sforzo dell’IDF per evitare vittime civili sarebbe 3 volte quello di altre guerre ( da vignetta di Fuori Binario, marzo 2024)
Per l'ambasciata israeliana presso la Santa Sede "qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas. Questo viene dimenticato troppo spesso e troppo facilmente. Non è sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre e poi puntare il dito contro Israele riferendosi al suo diritto all'esistenza e all'autodifesa solo come un semplice atto dovuto e non considerare il quadro generale".
"Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti — un terzo dei quali bambini — uccisi dai bombardamenti a Gaza - è il contenuto di un editoriale in prima pagina sull'Osservatore Romano dopo le parole di ieri del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin - . Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un 'danno collaterale' della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina".
(1) Nel suo libro LO STATO DI ISRAELE CONTRO GLI EBREI Sylvain Cypel scrive
….Questa mentalità dominante, dal carattere tipicamente coloniale, è giunta fino all’adozione dai ranghi militari di una strategia chiamata “dottrina Dahiya”, che inserisce i crimini di guerra contro le popolazioni civili come strategia ufficiale di Israele nella “lotta contro il terrorismo”. Enunciata nel 2008 dal generale Gadi Eizenkot, futuro capo di stato maggiore (2015-2019), questa teoria sostiene che nelle “guerre asimmetriche”, quando il nemico domina un ambiente ostile e dove gode del sostegno della popolazione, delle “distruzioni” massicce delle sue infrastrutture e delle abitazioni dei civili, con l’uso di una “forza sproporzionata”, sono indispensabili per raggiungere i propri obiettivi. Questa “dottrina” porta il nome del quartiere di Beirut dove c’era il quartier generale di Hezbollah libanese durante l’intervento israeliano del 2006. All’epoca Israele ridusse Dahiya in un ammasso di rovine e cenere. In altri termini, Israele fa sua la “strategia” che fu di Vladimir Putin contro i ceceni o di Bashar al-Assad contro la maggior parte del suo popolo. Ma con una differenza specifica. Questi ultimi, e altri, applicano questa strategia, anche Putin o Assad, in proporzioni molto superiori a quelle mai messe in atto da Israele, ma lo fanno senza rivendicarla pubblicamente, per preservare un apparante rispetto del diritto. Israele, al contrario, la inscrive nel suo pensiero strategico ufficiale. Come inseriva, da molto tempo, la “guerra preventiva”.
Vedi l’articolo per intero: https://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=7010:lo-stato-di-israele-contro-gli-ebrei&catid=29&Itemid=66
Il documento originale dell'ambasciata israeliana
Ndr: il testo solo di questo articolo è ripreso dal servizio ANSA. Vignette , didascalie e commenti sono a cura della Redazione