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Solidarietà con le famiglie Gazawi che si trovano a Firenze

A partire dal mese di febbraio 2024 sono stati accolti a Firenze bambine e bambini vittime del genocidio in atto nella Striscia di Gaza per essere curati all'ospedale pediatrico Meyer, accompagnati da alcuni loro familiari. L'associazione, insieme ad una rete di volontari creatasi spontaneamente, sin dai primi arrivi sta fornendo supporto umano e materiale, aiutando anche questi nuclei familiari ad ottenere il ricongiungimento con i loro cari rimasti a Gaza. Si è dunque formata una piccola comunità di rifugiati gazawi, in continuo aumento e ora distribuita sul territorio della nostra regione. In questa pagina web forniamo informazioni aggiornate sulla loro situazione e sulle attività di supporto.


31 ottobre 2025: Grave lutto e presidio di solidarietà

Aggiornamento del 10 ottobre 2025: Speranza

Aggiornamento del 23 luglio 2025: Fiocco Rosa

Aggiornamento del 30 giugno 2025: Ritorno al mare

Aggiornamento del 31 maggio 2025: Azioni

Aggiornamento del 27 maggio 2025: L'arrivo dei familiari

Aggiornamento del 20 maggio 2025: Familiari da Gaza in ricongiungimento

27 aprile 2025: Il servizio di Presa Diretta

Aggiornamento del 3 marzo 2025

24 ottobre 2024: Appello per aiutare le famiglie Gazawi che si trovano a Firenze

Come contribuire al fondo di solidarietà

 


 

31 ottobre 2025
Grave lutto e presidio di solidarietà

Dobbiamo purtroppo condividere le terribili notizie che riguardano una delle famiglie rifugiate da Gaza nel nostro territorio.

Wafaa è una delle prime madri arrivate a Firenze da Gaza con una figlia e un figlio feriti in un bombardamento che ha ucciso i genitori di Wafaa e molti altri membri della sua famiglia.

Nei mesi successivi ha potuto ricongiungersi con le altre tre figlie e il marito Mohamed, che a Gaza dirigeva un centro per bambini disabili e si sta facendo conoscere per le attività di sostegno ai bambini di Gaza che sta organizzando anche da qui.

Nella notte fra il 28 e 29 ottobre, durante uno degli attacchi definiti dal vicepresidente USA "scaramucce", un missile israeliano ha distrutto la casa della sorella di Wafaa a Gaza City, uccidendola con il marito, quattro figli, la moglie e i due gemellini di uno di loro. Nove persone di tre generazioni. L'unica figlia superstite, che si trova in Qatar per curare i suoi bambini feriti nel precedente bombardamento che aveva ucciso suo marito, ha visto in un attimo annientata tutta la sua famiglia.

Il Comitato Empoli per la Pace, che nell'ultimo anno ha costruito un rapporto di amicizia e collaborazione con le famiglie gazawi ospitate nell'empolese, ha convocato un presidio di solidarietà

Domenica 2 novembre alle 18:30

presso la Tenda della Pace in piazza della Vittoria a Empoli

Invitiamo chi può a partecipare al presidio per stringersi attorno alla famiglia di Wafaa e Mohammed.

Aggiornamento 3 novembre: testimonianze dal presidio

11 ottobre 2025
Aggiornamento sulle famiglie rifugiate da Gaza a Firenze: Speranza

Nel giorno in cui sembrano placarsi i bombardamenti e la popolazione di Gaza spera che l’azione genocida dell’esercito israeliano abbia finalmente fine, vi mandiamo un aggiornamento sulle famiglie gazawi rifugiate nel nostro territorio.

Durante l'estate e anche negli ultimi giorni sono state accolte a Firenze nuove famiglie. 

A metà agosto è arrivato in Italia, tramite il ministero degli esteri, un nuovo gruppo di bambini e ragazzi bisognosi di cure mediche, di cui faceva parte anche Marah, la giovane ricoverata a Pisa in grave stato di malnutrizione, che purtroppo non ce l'ha fatta.

Tre nuclei familiari sono stati accolti all'ospedale Meyer, uno dei quali è stato trasferito nei giorni scorsi in una struttura di accoglienza presso Reggello.  Alla fine di settembre un altro volo militare ha portato altre famiglie, due delle quali sono state accolte al Meyer.
Fra di loro ci sono due bambine nate con gravi patologie rare, presumibilmente causate dalla devastazione ambientale che è un’altra delle terribili conseguenze a lungo termine del genocidio (dei loro casi si è occupata la stampa, qui e qui).


L’associazione, insieme ad una rete sempre più grande di volontari, ha contribuito all’accoglienza di queste nuove famiglie, ascoltando le loro storie e provvedendo alle necessità più urgenti. Il numero dei rifugiati seguiti dal nostro progetto è così salito a 127, di cui 72 minori.

Purtroppo le notizie delle atrocità delle ultime settimane, in particolare l’assalto a Gaza City, non hanno risparmiato le nostre famiglie e il trauma si protrae anche per chi si è messo in salvo. Anche negli ultimi giorni abbiamo saputo di gravi lutti e una famiglia ha assistito in diretta alla distruzione del palazzo di sette piani appartenente alla propria famiglia allargata.

Nonostante tutto si cerca di guardare al futuro, soprattutto grazie ai bambini che hanno iniziato l’anno scolastico. Tante persone, sempre di più, li stanno supportando, regalando qualche momento di sollievo e svago, oltre agli aiuti materiali. Ringraziamo in particolare la cooperativa sociale “Chicco di Grano”, che a fine agosto ha offerto un soggiorno al mare ad alcune famiglie, accompagnate dal nostro volontario Michel.

E le tante associazioni e realtà che stanno contribuendo al fondo di solidarietà attraverso le proprie attività sociali, in particolare le food blogger di Cocomero & Friends, il CALCIT Chianti Fiorentino, e gli amici del festival Middle East Now, che hanno coinvolto alcune famiglie nell’apertura del festival con il film su Gaza “Yalla Parkour”.

Vi lasciamo con alcune testimonianze dei nostri amici gazawi.

La storia di Mennah (nell'intervista su “La città invisibile") e qui sotto una toccante lettera di Malak, ragazze che con grande determinazione stanno ricostruendo da qui la propria vita, dopo le esperienze terribili che hanno marcato la loro adolescenza.

 

Sono Malak AlHelou

Io ho 21 anni. Sto studiando alla facoltà di educazione, nel corso di lingua Inglese e metodi di insegnamento.

Sì, e certamente il palestinese esiste ancora!


Sono uscita dalle macerie, tra le rovine, senza nulla: né cibo né acqua, ma con uno zaino sulle spalle contenente i miei libri, appunti e riassunti scientifici.


Porto il mio sogno, che ho perseguito con determinazione e impegno, e nonostante le circostanze dure, dimostrerò al mondo che non sono una persona qualsiasi, ma qualcuno che vuole essere utile a sé stessa, agli altri e alla società.
 Merito la vita più bella perché ho lavorato duramente sin da piccola per costruire me stessa ed essere un esempio per molti della mia generazione.


 

Sono uscita dal genocidio stanca fisicamente e psicologicamente: tutto è stato distrutto, la mia casa, i miei ricordi, l’università, il mio paese, e ho perso molti membri della mia famiglia e amici.


Pensavo di aver perso anche gli anni di studio, quelli che avevo dedicato alla mia istruzione.


Ero profondamente triste, passava il tempo e mi stancavo di pensare: tutto è perduto? È finita? Non c’è speranza! Non c’è futuro! Cosa faccio? Come continuerò il mio percorso?!

 

Il mio pensiero era passato da "Ho lezioni domani?" a "Riusciremo a vivere fino a domani?"

Ero davvero stanca di tutto, stanca di pensare…

Improvvisamente, ho ricevuto un messaggio sul cellulare dalla mia università distrutta dall’occupazione. Pensavo fosse tutto finito.


Il messaggio diceva che le lezioni e lo studio universitario sarebbero continuati online.


Avevo terminato la scuola superiore un anno prima della guerra, con una media del 99%, ottenendo così una borsa di studio dal Presidente per studiare in una delle università storiche della Palestina.


Sognavo di diventare dottoressa all’università da giovane.

 

Quando ho aperto il messaggio, mi sono sentita felice ma anche triste: lacrime di gioia e di dolore si sono mescolate, lacrime di speranza e di perdita.


Ho dimenticato tutto e mi sono ricordata che dovevo rialzarmi, rimuovere le macerie intorno a me, spazzare via la polvere della guerra e dei razzi.

 

Sostituire l’odore delle bombe con quello dei libri, il rumore delle esplosioni con il suono delle penne, e cercare di recuperare le mie forze mentali per ricominciare.


Ho continuato i miei studi e mi sono iscritta di nuovo all’università.

 

Il professore tiene le lezioni dentro una tenda, mentre intorno sento il rumore degli aerei, delle esplosioni e dei droni che coprono la voce del docente.



Molti dei miei amici sono stati martiri durante la guerra, erano con me nel gruppo WhatsApp, tra loro il mio collega che ci aggiornava sugli esami e ci aiutava per il nostro successo.


Sì, questo è il nostro spirito: cooperazione e dedizione. Ho pianto tanto per lui, e il giorno dopo ho partecipato alla lezione e ho continuato…


Ora continuo i miei studi nel paese straniero, come rifugiata, lontana dalla mia famiglia e dai miei amici, piango per il passato e tutto ciò che è stato.


Sto imparando una nuova lingua e conosco persone nuove che mi vogliono bene e che io voglio bene.

Anche se mi confido con loro, non riesco a esprimere il fuoco dentro di me e il dolore del mio cuore, perché nessuna parola può descrivere ciò che sento…

 

Studio online con i miei compagni e insegnanti, e attraverso loro sento di tornare nel mio paese, vivendo con loro momenti di bombardamento e paura, e mi preoccupo per loro.


Vivo passato e presente allo stesso tempo. La vita scorre, la conoscenza continua e si sviluppa. Devo continuare i miei studi, impegnarmi, avere pazienza, piangere, ridere, gioire e soffrire.


Spero che questi giorni finiscano in pace, che questo genocidio termini e che Dio protegga la mia famiglia e i miei compagni.


Alla fine vi dico: la conoscenza è luce, la conoscenza è il futuro. Attraverso la conoscenza costruiamo le nazioni, offriamo e contribuiamo, sviluppiamo noi stessi come persone istruite e generose.


E vi dico che la Palestina rimane. Noi rimaniamo. Il palestinese esiste in ogni luogo del mondo, e continuerà ad esistere. Il genocidio non potrà mai distruggerci.


Siamo il passato e il presente, rimaniamo come gli ulivi, continuiamo a imparare, siamo istruiti, artisti, belli e creativi. Rimaniamo, rimaniamo, rimaniamo.



E infine un messaggio di Abu Kasem (pubblicato su “La Città invisibile”) che era professore all’Università Islamica di Gaza, il cui campus è stato ridotto in macerie. Nel suo eloquente arabo classico, ha tenuto a ringraziare gli italiani per le manifestazioni oceaniche della scorsa settimana.


23 luglio 2025
Aggiornamento sulle famiglie rifugiate da Gaza a Firenze: Fiocco rosa

Il 10 luglio 2025 è nata Roqaya, la prima bimba nata a Firenze da rifugiati gazawi.
Porta una nuova gioia e una luce di speranza in una famiglia che purtroppo è stata colpita in modo terribile dal genocidio in corso.

Un'altra buona notizia è la ripartenza delle operazioni di evacuazione dalla Striscia per i parenti dei rifugiati. Sabato scorso altri due nuclei familiari hanno potuto riunirsi e quattro dei "nostri" bambini e ragazzi hanno potuto riabbracciare un genitore da cui sono stati separati per molti mesi. Anche in questo caso l'associazione ha potuto coprire il costo del viaggio (da Amman via Milano) per 7 persone e coordinare il loro arrivo. Ringraziamo in particolare Amir della comunità palestinese milanese per il supporto. Per queste due famiglie è stata trovata una sistemazione istituzionale nel sistema CAS/SAI.

Con questi nuovi ricongiungimenti e l'arrivo di un altro nucleo familiare il numero di persone seguite dal nostro progetto è salito a 105, di cui 60 minorenni. Continuiamo a supportare queste famiglie grazie alla generosità dei tanti sostenitori, che ci scalda il cuore. In proposito mandiamo un ringraziamento particolare all'amica Silvia Chiarantini, che ha incluso il nostro progetto fra i beneficiari della distribuzione dell' e-book di ricette dedicato al sostegno dei palestinesi «Cocomero & Friends».
E ci scusiamo per non riuscire a rispondere prontamente a tutte le offerte di supporto ricevute, faremo del nostro meglio per farne tesoro nei prossimi mesi.


 

30 giugno 2025
Aggiornamento sulle famiglie rifugiate da Gaza a Firenze: Ritorno al mare

Purtroppo non possiamo darvi molte buone notizie riguardo le famiglie rifugiate da Gaza, vista la situazione sempre più drammatica nella Striscia. Solo nell'ultimo mese, diverse famiglie hanno perso a Gaza familiari o persone care, alcune delle quali uccise mentre cercavano di procurarsi del cibo. L'attacco militare israeliano all'Iran ha anche bloccato, speriamo temporaneamente, la possibilità di evacuare i parenti ancora a Gaza ma con le carte in regola per il ricongiungimento familiare.
Il numero dei rifugiati gazawi a Firenze continua comunque ad aumentare: quattro nuclei familiari sono stati recentemente ospitati presso l'ospedale Meyer, con alcuni bambini purtroppo in condizioni molto gravi. Siamo adesso in contatto con 20 famiglie, per un totale di 91 persone. Nessuna famiglia è stata risparmiata da gravi lutti nell'ultimo anno, e questo già dà la misura del genocidio in atto.

Le sole buone notizie vengono dalla loro voglia di andare avanti e dalla grande e crescente solidarietà che sentiamo attorno a loro, una vicinanza che spesso riesce a far tornare il sorriso a questi bambini.
Il 23 e 24 giugno abbiamo accompagnato un gruppo di 22 persone, per lo più bambini con le madri non ancora ricongiunte ai familiari, a ritrovare il mare a Levanto, invitati da associazioni locali e dall'amministrazione. L'accoglienza e la mobilitazione degli abitanti di Levanto è stata straordinaria e commovente, tanto da richiamare anche l'attenzione della stampa nazionale (potete ascoltare qui sotto il servizio del GR1).

GR1 servizio su bimbi gazawi a Levanto

Ringraziamo di cuore tutte le persone coinvolte, troppe per nominarle singolarmente.

Un ringraziamento particolare anche alla Croce Rossa Italiana, che lo scorso 28 giugno ha invitato le famiglie presso una propria struttura per un pomeriggio di svago, donando a tutti i bambini dei vestiti nuovi di qualità, offerti dall'azienda Miniconf. Per gli ultimi arrivati, per cui non c'era il tempo di ordinare altri capi, abbiamo provveduto ad offrire dei buoni spesa della catena OVS, ricavati dalla raccolta punti Esselunga di fine maggio (grazie alla mobilitazione online sono stati raccolti oltre 1 milione e mezzo di punti!)


 

31 maggio 2025
Aggiornamento sulle famiglie rifugiate da Gaza a Firenze: Azioni

Venerdì 30 maggio, in tarda serata, abbiamo accolto altre due persone rifugiate da Gaza, i nonni di uno dei bambini giunti l'anno scorso. Si sono ricongiunti alla propria famiglia, un nucleo di 9 persone, nella struttura di accoglienza dell'Opera Madonnina del Grappa. Come la settimana scorsa, la nostra associazione si è fatta carico delle spese del viaggio aereo (da Amman a Milano), grazie alla generosità delle donazioni ricevute, mentre la Comunità Islamica si è presa cura del viaggio da Milano a Firenze.

Mandiamo uno speciale ringraziamento agli amici (Andi e Silvia in particolare) che hanno organizzato una raccolta dei punti fedeltà in scadenza della catena Esselunga. Anche in questo caso, l'onda di solidarietà è stata travolgente e abbiamo raccolto - a costo zero - risorse per una bella spesa per tutte le famiglie che seguiamo, anche per potersi preparare all'imminente festa del Eid al-Adha. Potremo inoltre sostenere alcune necessità della struttura di accoglienza.

Molti di voi hanno offerto supporto con attività di animazione e ospitalità e, passato il periodo emergenziale, contiamo di rimanere in contatto ed esplorare tutte le possibilità di collaborazione.
Molti ci hanno invece chiesto come poter aiutare al di là del sostegno economico. Quello che i nostri amici gazawi ci chiedono è in primo luogo di testimoniare le loro storie e di fare pressione sulle nostre autorità affinché cessino le atrocità a cui stiamo assistendo impotenti. Quello che possiamo raccomandare è dunque:

Piccole azioni individuali che possono portare un cambiamento e farci sentire meno impotenti.


 

27 maggio 2025
Il racconto dell'arrivo delle famiglie su Controradio CrossMedia

Ringraziamo la sensibilità dei giornalisti di Controradio che hanno voluto raccontare la storia, raccogliendo la testimonianza della nostra volontaria Sawsan.

Il racconto social su tif.media

Tifmedia 5famiglieDaGazaAFirenze


L'intervista di Chiara Brilli a Sawsan


25 maggio 2025
Aggiornamento sui 22 rifugiati da Gaza a Firenze: UN GRANDE GRAZIE

La sera di venerdì 23 il pullman che portava i 22 rifugiati, familiari dei bambini   gazawi feriti in cura a Firenze da un anno, è arrivato a Firenze.
Hanno potuto riabbracciare i loro cari, che li aspettavano presso la struttura di accoglienza.
L'emozione che tutti abbiamo provato non si può descrivere.

Il sorriso dei bambini che riabbracciavano i loro genitori è una piccola goccia di gioia nel mare di orrore del genocidio a Gaza. Una goccia che è stata possibile grazie a un grande lavoro di squadra partito dal basso e sostenuto da tantissime persone. I volontari che dall'inizio hanno seguito queste famiglie li hanno assistiti nelle pratiche per il ricongiungimento familiare, e dobbiamo essere grati in primo luogo a Mariella e Katia per la loro competenza e il loro lavoro instancabile.  E sicuramente all'ambasciata italiana di Gerusalemme e all'UNICEF, che hanno coordinato la rischiosa operazione per evacuare dalla Striscia tutte le persone sulla lista di chi aveva ricevuto il nullaosta.
La nostra associazione si è fatta carico del rimpatrio dalla Giordania. Dall'arrivo all'aeroporto di Roma l'operazione di accoglienza ha coinvolto l'Opera Madonnina del Grappa, che ha messo a disposizione una struttura per l'alloggio, le Misericordie e Caritas Firenze (che si sono occupate del trasporto e forniranno i pasti), coordinate dall'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Firenze, con il supporto della rete dei volontari della Comunità Islamica, della Comunità Palestinese, della nostra associazione e di Assopace Palestina.

Siamo commossi e rincuorati dal grandissimo numero di messaggi, circa 300, che abbiamo ricevuto con offerte di ospitalità e aiuto. E dalla generosità delle donazioni: in soli due giorni dal nostro appello sono arrivati oltre diecimila euro, che ci hanno permesso di coprire interamente la spesa del viaggio aereo.

Continueremo ad utilizzare il nostro fondo per il sostegno alle necessità, ovviamente
in aumento, delle famiglie: seguiamo adesso oltre 70 persone. E ci prepariamo al possibile arrivo di altri familiari che hanno richiesto il ricongiungimento: purtroppo non tutti i bambini ospitati a Firenze hanno potuto riabbracciare i loro parenti più stretti.

Mandiamo un enorme grazie per tutta la solidarietà ricevuta, e faremo del nostro meglio per tenerci in contatto con tutte le persone che hanno offerto supporto.

 


 

20 maggio 2025 (aggiornato il 21 maggio)
In arrivo i familiari che hanno ottenuto il ricongiungimento familiare

Vi informiamo con grande emozione che nei prossimi giorni, probabilmente venerdì 23 maggio, arriverà a Firenze dalla Striscia di Gaza un gruppo di familiari dei bambini gazawi feriti che sono stati portati a Firenze un anno fa per essere curati al Meyer. Ogni bambino era arrivato accompagnato da un solo adulto. Finalmente molti di loro potranno ora riabbracciare i genitori, sorelle e fratelli da cui sono stati separati per lunghi terribili mesi.

Si tratta di 22 persone (5 nuclei familiari da 2 a 6 persone). Hanno ottenuto il nulla-osta per il ricongiungimento familiare e alcuni giorni fa l'ambasciata italiana a Gerusalemme ha organizzato l'evacuazione di queste persone da Gaza tramite l'UNICEF.  Affrontando gravi pericoli, la mattina di martedì 20 hanno raggiunto Deir al-Balah, da dove sono stati scortati in Giordania. Da qui potranno raggiungere l'Italia per riunirsi ai loro cari, dopo essere sopravvissuti a 19 mesi di campagna genocida da parte dell'esercito israeliano.

Queste persone non hanno ancora lo status di rifugiati.  Necessitano dunque di una sistemazione provvisoria in attesa di essere inseriti nei percorsi di accoglienza per richiedenti asilo con i loro familiari.

Vorremmo ringraziare di cuore le tantissime persone che hanno prontamente risposto al nostro appello, offrendo ospitalità e supporto e permettendoci di poterli accogliere a Firenze. Così tante che non abbiamo nemmeno potuto rispondere singolarmente a tutti. 
Questa grande onda di solidarietà, grazie alla mobilitazione di molti e in particolare della comunità islamica di Firenze, ha coinvolto anche le istituzioni, e il Comune di Firenze ha provveduto a coordinare l'azione di diverse realtà del territorio per offrire una sistemazione provvisoria a tutte le famiglie fin dal loro arrivo a Firenze. Le famiglie saranno ospitate  dall'Opera Madonnina del Grappa e i pasti saranno forniti dalla Caritas.

Non è dunque più necessario fornire alloggio temporaneo a queste famiglie da parte di privati.
Continuiamo il nostro lavoro di supporto per tutte le loro necessità, facendo anche tesoro di tutte le graditissime offerte di aiuto che ci avete inviato  (intanto un grande grazie, non esiteremo a contattarvi personalmente in caso di necessità).

In particolare dobbiamo coprire il costo del viaggio aereo del gruppo da Amman, che è ingente (8798€).
Invitiamo chi può a continuare a contribuire al fondo di solidarietà . Qualunque aiuto, anche di importo modesto, sarà importante.

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27 aprile 2025
Il servizio di Presa Diretta (Rai 3) sulle famiglie Gazawi che si trovano a Firenze

Le testimonianze della famiglie di Ibrahim e Tala, due dei minori feriti nei bombardamenti israeliani in cura a Firenze, nel servizio di Presa Diretta su Rai3.
Il servizio è stato realizzato da Chiara Avesani e Matteo Delbò, accompagnati dalla nostra volontaria Sawsan.

Gaza PresaDirettaRaiPlay


 

3 marzo 2025
Aggiornamento sull'attività di supporto alle famiglie Gazawi che si trovano a Firenze

Care amiche e cari amici,

vorremmo innanzi tutto ringraziarvi per il grande sforzo di solidarietà dimostrato nei confronti delle famiglie Gazawi vittime del genocidio ospitate a Firenze. In seguito al nostro appello dell'ottobre scorso, l'associazione ha raccolto circa 11000 €, in gran parte tramite donazioni dirette ma anche attraverso la distribuzione dei prodotti alimentari palestinesi Al-Ard al festival Middle East Now e in altre occasioni.
Stiamo seguendo 12 nuclei familiari, per un totale di 39 persone, fra cui 25 bambini. Si tratta per lo più di nuclei costituiti da uno (o più) bambini bisognosi di cure mediche accompagnati da un adulto. Molti bambini hanno lesioni, in alcuni casi molto gravi, causate dei bombardamenti, o sono affetti da gravi patologie che non possono più essere curate a Gaza a causa del collasso del sistema sanitario causato dalle azioni genocide dell'esercito israeliano.


Al momento vivono nei pressi dell'ospedale Meyer due nuclei familiari, uno dei quali arrivato da pochi giorni. Tutti gli altri hanno finito la fase di cura intensiva e, pur avendo bisogno di controlli periodici, sono stati distribuiti in varie strutture di accoglienza nell'ambito dei programmi CAS (Centro Accoglienza e Servizi) o SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) nei comuni di Firenze, Fiesole, Borgo San Lorenzo, Empoli e Pontedera. I bambini sono stati inseriti nelle scuole e stanno imparando la lingua. Anche gli adulti cercano di imparare la lingua, cosa necessaria per un loro inserimento lavorativo, ma si tratta di una sfida non facile che richiederà molto tempo.
Purtroppo nella situazione politica attuale è difficile immaginare la possibilità di un rientro a Gaza nel prossimo futuro. Tutte le famiglie stanno invece cercando di ottenere il ricongiungimento familiare con i loro cari, che in molti casi sono rimasti intrappolati a Gaza e hanno vissuto per intero tutte le fasi del genocidio. Pochi giorni fa una delle famiglie è riuscita a riunirsi, essendosi riaperta la possibilità di uscire tramite il valico di Rafah, almeno per i bambini feriti. Altre due famiglie erano riuscite a ricongiungersi in precedenza. Le necessità continuano dunque ad aumentare.


Stiamo distribuendo alle famiglie i fondi raccolti (al momento abbiamo già usato oltre il 60%). Si tratta di modesti contributi (fra 150 e 300€ per nucleo familiare ogni 2 mesi, in base al numero di persone e alle effettive necessità di ognuno) che permettono alle famiglie qualche piccola spesa extra rispetto ai bisogni basilari di vitto e alloggio che sono coperti dal CAS o SAI. Alcune famiglie infatti non ricevono denaro contante ma solo razioni di cibo o buoni pasto. Altre ricevono una diaria per coprire il vitto, di importo molto modesto. Abbiamo anche finanziato dei semplici momenti di convivialità per festeggiare i compleanni dei bambini.
Ci siamo coordinati con altri gruppi e associazioni, in particolare con gli amici della Comunità Palestinese, di Assopace Palestina, del coordinamento delle associazioni pro-Palestina di Empoli e del gruppo Palestina di Calci, per seguire le famiglie che si sono allontanate da Firenze e per distribuire equamente gli aiuti.
È iniziato il mese di Ramadan, dove tradizionalmente le famiglie si ritrovano per rompere il digiuno con pietanze tradizionali e, per la festa dell'Aid al Fitr, si scambiano doni e acquistano vestiti nuovi per i bambini. A tal proposito abbiamo ricevuto una offerta della Croce Rossa, che provvederà a donare vestiti nuovi di qualità a tutti i bambini grazie alla generosità di una azienda dell'aretino. Con il nostro fondo abbiamo distribuito un contributo a tutte le famiglie per questo periodo di festa. Per molti permette anche di avere qualcosa da spedire ai propri cari a Gaza, che sono in condizioni ben più difficili.

Visto il perdurare delle necessità, e il probabile arrivo di nuovi nuclei familiari nei prossimi mesi, chiediamo a chi può di continuare a contribuire al fondo di solidarietà.


24 ottobre 2024
Appello per aiutare le famiglie Gazawi che si trovano a Firenze

A partire dal mese di febbraio 2024 sono arrivati a Firenze un gruppo di bambini Gazawi accompagnati da alcuni loro familiari per essere curati al Meyer. La maggior parte di questi bambini sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti, altri sono affetti da malattie croniche (tipo insufficienza renale o malattie genetiche) che non possono più essere curate a Gaza a causa del collasso del sistema sanitario causato dalle azioni genocide dell'esercito israeliano. Alcuni bambini hanno finito la fase di cura e si trovano ancora a Firenze come rifugiati politici, non avendo la possibilità né di ritornare a Gaza né di spostarsi in nessun altro paese. Quasi tutte le famiglie sono già inserite nei programmi SAI nei comuni di Firenze, Empoli, Fiesole e Borgo San Lorenzo. I programmi SAI offrono alle famiglie l’abitazione, spesso dentro appartamenti condivisi con altri rifugiati da altri paesi, le bollette e 7,50 € di diaria (a testa) che dovrebbe bastare per gli alimenti, vestiti, ricariche telefoniche, biglietti autobus e tutto il resto. Alcune famiglie hanno esigenze particolari (Pannolini per bambini piccoli, medicine non coperte dal SSN) e i soldi pagati dai progetti SAI non bastano mai. I bambini iniziano ad andare a scuola adesso e le necessità sono infinite. Tanti volontari hanno dato un grande aiuto finora, con un aiuto sia economico che psicologico, ma le famiglie sono tante, ne continuano ad arrivare di nuove, e le necessità sono sempre maggiori. 
Con un'azione collettiva di solidarietà potremo salvaguardare la dignità di queste famiglie che hanno già sofferto molto e sono state obbligate ad abbandonare il loro paese.

 

Come possiamo aiutare?

Un gruppo di volontari segue le famiglie da vicino, con visite settimanali, e conosce bene le diverse esigenze di ciascuna famiglia. Alcune hanno più necessità di altre. Alcune sono aiutate da altri volontari/gruppi e quindi sono sufficientemente coperte, mentre altre hanno solo l'assistenza minima e hanno una dignità tale che preferiscono dormire affamati piuttosto che chiedere aiuto. Con questa raccolta fondi, vorremmo fornire un aiuto mensile in più alle famiglie maggiormente in difficoltà.

È possibile contribuire con una  donazione alla nostra associazione,
tramite bonifico intestato a "Associazione di amicizia italo palestinese Onlus"
con causale "Erogazione liberale, aiuto ai bambini vittime della guerra a Gaza ospitati a Firenze"

c/c 1718821
Monte dei Paschi di Siena
Agenzia 3 Firenze
codice IBAN IT70B0103002803000001718821
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Il contributo è fiscalmente detraibile (come spiegato qui) ed è possibile donare anche via Paypal
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