Coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, 21 agosto 2023 1,3 milioni di bambini palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza stanno tornando a scuola in un anno tumultuoso https://palestine.un.org/en/242938-back-school-13-million-palestinian-children-west-bank-and-gaza-are-returning-school-during
Oltre 1,3 milioni di bambini palestinesi stanno tornando a scuola in Cisgiordania, Gerusalemme Est, e nella Striscia di Gaza. Le scuole dovrebbero essere un santuario in cui i bambini imparano, crescono e sono protetti. È il luogo in cui le giovani menti sono incoraggiate a indagare, esplorare e sviluppare il loro massimo potenziale. Ma per i bambini nei Territori palestinesi occupati, il 2023 è stato un anno molto brutto. I bambini hanno perso settimane di apprendimento quest’anno a causa degli scioperi prolungati dell’UNRWA e degli insegnanti delle scuole pubbliche in Cisgiordania(dovuti al definanziamento delle strutture educative,NdR), dell’escalation di maggio a Gaza e delle operazioni delle forze israeliane nei campi profughi palestinesi in Cisgiordania. Quanto più a lungo i bambini perdono l’istruzione, tanto più difficile sarà compensare e recuperare tale perdita; tutte le comunità ne subiranno i danni.
Ma c'è di peggio. Dall’inizio dell’anno sono stati uccisi 42 bambini palestinesi, 35 in Cisgiordania e Gerusalemme Est, e altri sette nella Striscia di Gaza. In Cisgiordania, il numero totale di bambini palestinesi uccisi quest’anno è quasi pari al numero di bambini uccisi nel 2022. E sei bambini israeliani sono stati uccisi dall’inizio dell’anno. Nei primi sei mesi del 2023, le Nazioni Unite hanno registrato più di 423 fatti che hanno avuto ripercussioni su minori palestinesi e sulla loro istruzione; tra questi fatti, quelli in cui le forze israeliane hanno sparato contro scuole e/o studenti, condotto operazioni e demolito scuole, coloni hanno svolto aggressioni, e ritardi ai checkpoint che hanno riguardato circa 50.000 bambini. Tre scuole sono state demolite dalle autorità israeliane negli ultimi 12 mesi, l'ultima delle quali il 17 agosto, nel villaggio di Ein Samiya, pochi giorni prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Altre cinquantotto scuole sono attualmente soggette a ordini di demolizione parziale o totale o di sospensione dei lavori di preparazione all’anno scolastico. Le barriere fisiche poste dai palestinesi nei campi profughi, alcune attrezzate con materiali esplosivi, stanno minacciando la sicurezza dei bambini e rendendo loro più difficile raggiungere le loro aule. E continuano le segnalazioni di bambini iscritti a “campi estivi” da gruppi armati, che aumentano il rischio di essere esposti a violenza o a contenuti militari.
Tutte le parti devono rispettare i propri obblighi di proteggere i bambini e prevenire la loro esposizione a tutte le forme di violenza. L’accesso sicuro all’istruzione è un diritto fondamentale di tutti i bambini che deve essere protetto e salvaguardato in ogni momento da tutti. E noi, come comunità internazionale, dobbiamo fare di più per garantire che ci siano risorse sufficienti per l’Autorità Palestinese, l’UNRWA, e il sostegno al Piano di Risposta Umanitaria per fornire un’istruzione coerente, sicura e di alta qualità a tutti i bambini palestinesi.
Per ulteriori informazioni contattare Jonathan Crickx <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;, Kazem Abu Khalaf <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; oppure Inas Hamdan <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..>;
Scuola all'aperto perchè Israele l'ha demolita
22-08-2023 | Diritti umani, https://www.presstv.ir/Detail/2023/08/21/709372/Palestinian-students-open-air-school Betlemme / PNN/
Gli studenti palestinesi delle elementari hanno iniziato il primo giorno di scuola lunedì all'aria aperta in un villaggio della Cisgiordania occupata a seguito della demolizione dell'edificio scolastico avvenuta da parte di Israele a maggio. La scuola si trovava nel villaggio di Jibb al-Deeb, alla periferia di Betlemme. La preside Shireen Abu Taha ha dichiarato che la situazione rende altrettanto difficile sia per gli studenti che per gli insegnanti continuare il processo educativo. Abu Taha ha detto che non c'è stata alcuna possibilità di ricostruzione della scuola.
È una di 17 scuole, molte delle quali sono state demolite o sono a rischio di demolizione. Tutte le scuole sono state costruite dall’Autorità Palestinese (AP), molte con finanziamenti dell’Unione Europea. Quando le autorità israeliane hanno demolito la scuola di Jibb al-Deeb a maggio, l’UE è rimasta “sconcertata”. A gennaio, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha chiesto un’azione per fermare la demolizione “sistematica e deliberata” delle strutture palestinesi da parte di Israele. Le strutture educativi sono presi di mira anche dagli attacchi dei coloni israeliani. Il Ministero degli Esteri palestinese ha recentemente affermato che gli attacchi sono stati effettuati sotto la protezione diretta e il sostegno delle forze di occupazione israeliane. Il ministero ha denunciato che l’uso sistematico della violenza fa parte del progetto israeliano di giudaizzare e annettere la Cisgiordania e contro la permanenza umana palestinese nelle aree in cui vengono costruiti gli insediamenti. Il regime inoltre abbatte regolarmente le case palestinesi costruite nella parte orientale di al-Quds e in Cisgiordania, citando la mancanza di relativi permessi di costruzione. Secondo uno studio delle Nazioni Unite, tali permessi sono “praticamente impossibili” da ottenere per i palestinesi.
Traduzione a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo-Palestinese