Firenze per la Palestina, coordinamento delle realtà dell'area fiorentina che sostengono la popolazione palestinese, ieri ha attraversato le strade del centro di Firenze per denunciare l'attacco dell'esercito israeliano al campo profughi di Jenin ed esprime totale solidarietà e vicinanza alla resistenza palestinese
Secondo l’ultimo comunicato del Ministero della Salute palestinese, il numero dei palestinesi uccisi nel raid israeliano su Jenin è salito a 12, con 120 feriti, 20 dei quali in condizioni critiche. Il ministero ha affermato che le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nell’ospedale governativo di Jenin e ferito tre persone all’interno.
Durante l’attacco, via terra e dal cielo, Israele ha schierato circa duemila soldati e ha utilizzato a bulldozer e mezzi corazzati per demolire insediamenti ed edifici. I mezzi pesanti, denuncia Medici senza frontiere, hanno causato danni ingenti anche alle strade che portano al campo di Jenin, impedendo alle ambulanze di raggiungere le personone che necessitavano di cure. Sono state danneggiate altre infrastrutture civili, comprese le forniture d’acqua e di energia elettrica e si contano oltre 4.000 sfollati.
“Sono stati gli attacchi più feroci commessi in Cisgiordania dalla distruzione del campo di Jenin nel 2002 -denunciano i Relatori speciali delle Nazioni Unite Francesca Albanese (sulla Situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati), Paula Gaviria Betancur (Diritti umani degli sfollati interni) e Reem Alsalem (Violenza contro donne e ragazze)-. È straziante vedere migliaia di rifugiati palestinesi, originariamente sfollati dal 1947-1949, costretti a lasciare il campo in preda alla paura nel cuore della notte”.
Le tre Relatrici speciali delle Nazioni Unite hanno sottolineato che questi attacchi non trovano nessuna giustificazione: “Costituiscono una punizione collettiva della popolazione palestinese, che è stata etichettata come ‘minaccia alla sicurezza collettiva’ agli occhi delle autorità israeliane. I palestinesi nei Territori occupati sono persone protette dal diritto internazionale, garantite da tutti i diritti umani, compresa la presunzione di innocenza. Non possono essere trattati come una minaccia alla sicurezza collettiva dalla Potenza occupante, tanto più mentre essa porta avanti l’annessione della terra palestinese occupata e lo sfollamento e l’esproprio dei suoi residenti palestinesi”.