L'Associazione tedesca “Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost” ( Voce ebraica per una pace
giusta nel Medio Oriente) denuncia i ministri israeliani per crimini di guerra. Intervista a Wieland Hoban,
presidente dell'associazione.
intervista di Annuschka Eckhardt
Junge Welt ,13.09.2022
Sabato scorso (10 settembre, ndr), la vostra associazione ha presentato una denuncia penale contro il
primo ministro israeliano Jair Lapid e il ministro della Difesa Benjamin Gantz per crimini di guerra. Perché
l’ha presentato?
La politica internazionale, e in particolare quella tedesca, sembra accettare senza limiti le innumerevoli
violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali dei palestinesi da parte di Israele. Il
nuovo bombardamento di Gaza dell’ agosto scorso è stato ufficialmente diretto contro i membri di alto
livello della Jihad islamica palestinese (PIJ), un gruppo militante che, a differenza di Hamas, non aspira al
ruolo di attore politico. Di conseguenza, 38 civili sono stati uccisi dall'esercito israeliano, più della metà dei
quali donne e bambini, e altri 300 sono stati feriti, alcuni dei quali in maniera molto grave. Sebbene sia
numericamente inferiore rispetto alle operazioni precedenti, è un caso particolarmente evidente di attacco
militare indiscriminato venduto come autodifesa.
Come valuta il ruolo della Repubblica Federale in questo caso?
Lapid ha appena visitato la Germania ed è stato accolto come un caro amico, non come un criminale di
guerra. Certo, non è l'unico ospite di questo tipo, ma nessun Paese viene difeso come Israele, e in Germania
la propaganda israeliana viene semplicemente ripetuta; solo in Germania è addirittura "ragion di Stato". I
rapporti delle organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch,
nonché di B'Tselem o Jesch Din in Israele, che accusano Israele di apartheid, vengono liquidati come
unilaterali, al punto da essere antisemiti; la sezione tedesca di Amnesty ha persino cercato di prendere le
distanze dal rapporto della sua stessa organizzazione madre. A causa di questa situazione generale,
abbiamo voluto lanciare un segnale contro questa impunità che dura da decenni. E mentre Lapid è
responsabile solo dell'ultimo attacco, Gantz era già coinvolto in un'offensiva molto più ampia a Gaza nel
2014, in cui furono uccisi circa 1.500 civili.
Lapid ha affermato di aver difeso il suo popolo, Gantz ha descritto gli attacchi come un "attacco
preventivo". Quali sono, secondo Lei, le ragioni di questo attacco militare?
Come spesso accade in queste azioni, si trattava in parte di una dimostrazione di forza. All'inizio di
novembre si terranno le elezioni in Israele, e il militarismo è molto apprezzato dall'elettorato. Lapid è visto
come un moderato, e deve dimostrare di essere un uomo d'azione, in modo che i politici di destra non
possano dipingerlo come un debole. Non è impossibile che l'ex Primo Ministro Netanyahu torni in auge, e
lui più di tutti è ancora amato per la sua brutalità. Il Ministro della Difesa Gantz, d'altra parte, ha espresso
con un riferimento a Teheran che è anche pronto a scagliarsi contro l'Iran, soprattutto in vista dei negoziati
nucleari di quest'ultimo con l'Occidente e probabilmente anche a causa del sostegno iraniano a PIJ. A mio
avviso, tuttavia, la componente di immagine è stata la più importante motivazione dell'attacco. L'obiettivo militare è stato
raggiunto e, poiché le vite dei palestinesi non valgono nulla nella politica israeliana, l'operazione può essere
venduta come precisa e riuscita. Lapid ha brevemente deplorato le perdite di civili come tragiche, ma solo
come un inevitabile effetto collaterale di un'autodifesa assolutamente necessaria, e quindi non
responsabilità di Israele.
Cosa spera la “Voce ebraica” di ottenere da queste denunce penali?
Naturalmente, i due non saranno imprigionati. Ma l'opinione pubblica deve ancora una volta essere messa
al corrente del fatto che qui vengono commessi crimini realmente verificabili. In Germania ci si arrabbia per
gli scivoloni verbali del presidente palestinese Mahmoud Abbas, mentre qui si parla di civili uccisi. E forse
l'élite israeliana si sente anche un po' a disagio, dopo tutto presta molta attenzione all'immagine del Paese,
e il principio della giurisdizione universale ha già dissuaso molti politici israeliani dal viaggiare all'estero.
Tradotto da: Associazione di Amicizia Italo-Palestinese