Lina Meruane: Diventare Palestina

https://ilmanifesto.it/il-corpo-rivoltoso-della-malattia/

https://www.traficantes.net/libros/volverse-palestina

https://ilmanifesto.it/laudacia-della-cura/

La scrittrice cilena Lina Meruane è una figura di primo piano della cultura cilena contemporanea e ha esordito nel 1998 con la raccolta di racconti Las Infantas. E’ conosciuta in Italia soprattutto con i suoi libri su corpo, salute e malattia: Sangue negli occhi, Sistema nervoso e Contro i figli (Salute, famiglia, maternità e benessere personale).

Quando Meruane si stabilì a New York nel 2000, dove oggi insegna alla New York University, non poteva sapere che di lì a poco ci sarebbe stato l’attacco alle Torri Gemelle e neppure che, subito dopo, alla sua identità di scrittrice e studiosa cilena se ne sarebbe sovrapposta un’altra, almeno negli Stati Uniti. I suoi nonni paterni, infatti, erano tra le migliaia di palestinesi cristiano-ortodossi che tra la fine dell’800 e la prima metà del 900 emigrarono in Cile. Oggi i cileni di origine palestinese sono più di 500mila: scienziati, calciatori, industriali, artisti, politici. Lina Meruane, scoprendo di poter essere considerata una «immigrante araba potenzialmente sospetta», nel 2012 decise di visitare un luogo dove non era mai stata, noto solo attraverso rari brandelli di memorie familiari.

Frutto di quel non facile incontro con una realtà durissima sono due libri insoliti e di profondo interesse, Volverse Palestina, a metà tra il saggio e la cronaca, e Palestina, por ejemplo, prima incursione dell’autrice nella poesia, entrambi pubblicati da Penguin Random House. I libri esistono solo in spagnolo.

https://scholarship.rice.edu/bitstream/handle/1911/77138/Volverse%20Palestina1.pdf?sequence=1

Volverse Palestina- Diventare Palestina

Il Manifesto: In «Volverse Palestina» vi è una riappropriazione più antica, quella delle radici della propria famiglia appunto di remota origine palestinese. In che modo i luoghi dialogano con ciò che scrive?
Ho detto prima che sono interessata ai modi in cui viene esercitato il potere. Anche i luoghi possiedono i loro poteri oltre al loro prestigio. Ci sono centri e ci sono periferie e i miei personaggi, come me, viaggiano e si muovono in entrambi, li investigano, li osservano. Questi scenari mi interessano, ma non come paesaggi piuttosto come simboli. Almeno nei romanzi.
Quando viaggio in Palestina, capisco che questo posto è un centro nevralgico in cui queste tensioni sono vissute quotidianamente, perché quella terra, quella dei miei nonni, è sempre stata un luogo di discussione. Sotto i turchi, sotto gli inglesi, sotto gli israeliani. Questo lo rende uno spazio per porsi quelle domande sull’appartenenza, la memoria, la violenza, la solidarietà, la resistenza. È stato davvero liberatorio per me scrivere quel libro.

Proponiamo una recensione: (traficantes.net)

Diventare Palestina. Diventare altri (Nel nome del padre -del nonno)

Il libro parte con una citazione di Edward Said:

È in qualche modo il destino dei palestinesi

non per finire dove sono iniziati ma da qualche parte inaspettata e lontana.

Lina Meruane che, nella forma apparente di una cronaca di viaggio, non solo fa riferimento alla sua origine, al ruolo della sua famiglia paterna, e alla messa in discussione della sua identità (nazionale), mentre denuncia una nota situazione politica, ma anche il ruolo del linguaggio come forma di occultamento e manipolazione della realtà. Questo viaggio transatlantico porta l'autrice dalla sua nativa Santiago del Cile e dalla sua New York adottiva in Palestina, a Beit Jala del nonno, dove riformulerà addirittura la propria idea di identità, accettata fino a quel momento, ciò che si rivela, inoltre, come un viaggio interiore, di esplorazione e di crescita.

“Non conosci la tua terra?” si chiede Lina Meruane in uno delle centinaia di taxi che circolano nel suo quartiere di New York. Il tassista, di origine palestinese, avvia presto una discussione sull'opportunità di tornare nella terra dei suoi antenati. Sarà il primo emissario di una serie di eventi che porteranno la scrittrice a compiere due viaggi per "salvare dall'estinzione un'origine comune".

Se il primo viaggio - la splendida incursione genealogica di "Volverse Palestina" - narra il difficile ritorno nei territori occupati, il secondo - "Diventa altri" - è un sagace e delicato ritorno riflessivo in cui Meruane affronta, intensamente e talvolta polemicamente, scritti e parole con cui intellettuali come Edward Said, Amos Oz, David Grossman, Susan Sontag o Mario Vargas Llosa hanno espresso la loro visione di un conflitto che sembra non avere fine.

"Qualcuno mi ha detto che non ho candele vere a questo funerale", dichiara l'autore, "ma mi dico che almeno le candelette mi toccano. Le candele che trascino accese dal sangue. Quelle che sto bruciando quando torno scrivendo in Palestina quando si accende il terribile bombardamento di Gaza.” Così argomenta Lina Meruane in questo libro che unisce la cronaca personale e il saggio letterario e che è straordinario non solo per la sua coraggiosa trascrizione autobiografica, ma, soprattutto, per la sua prosa ricca di finezze e scoperte.

Il critico ha detto...

«Questo libro, che di fatto si compone di due, una cronaca e un saggio, ha come titolo una sorta di dichiarazione di guerra, di principi, o un monito: Diventare Palestina. Cioè, diventare sospettosi, terroristi, radicali, oscuri… Pericolosi!”

Faride Zerán (Premio Nacional de Periodismo)

(Assemblaggio e traduzione a cura dell’Associazione di amicizia italo-palestinese)