Prof. Giorgio Forti, esponente di Rete Eco ( Ebrei contro l’Occupazione ) ci ha lasciato dopo 90 anni di vita spesa in modo impegnato sia per la scienza che per la militanza sociale. Alcuni di noi hanno avuto la possibilità di conoscerlo a iniziative con la nostra associazione qui a Firenze e di apprezzare il suo impegno intellettuale e militante a favore dei diritti dei palestinesi. Era sostenitore del BDS e ricordiamo la sua presa di posizione coraggiosa in occasione del 25 Aprile dove partecipava anche con la bandiera palestinese:
“…partecipo alla manifestazione del 25 Aprile, festa della Liberazione d'Italia nel 1945, ed impegno per la Liberazione del Popolo Palestinese dall'oppressione da parte dello Stato di Israele, razzista e contro la libertà dei popoli…siamo contro allo sfilare con chi celebra la Liberazione con la bandiera dello Stato di Israele, simbolo di oppressione e non di liberazione: oppressione razzista contro il Popolo palestinese che lo Stato di Israele esercita ogni giorno più gravemente…”
La redazione e tutti i soci della nostra associazione esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia ed alla rete Eco.
Paola Canarutto, ECO (Rete degli Ebrei contro l’Occupazione)
https://ilmanifesto.it/giorgi-forti-un-giusto/
Ci ha lasciati il 2 marzo 2021 il nostro Giorgio Forti. Lui, che da ragazzo aveva conosciuto le leggi razziali e preso parte alla Resistenza, è stato una colonna del nostro sparuto gruppo di ebrei che si oppongono all’occupazione militare israeliana, fondato da Sveva Haertter nell’autunno del 2000, con le proteste e l’intifada seguite alla ‘passeggiata’ di Sharon sulla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme.
Nel tentativo di render palese che non tutti gli ebrei sostengono le politiche di Israele, aveva organizzato ed era stato il principale oratore a diverse conferenze e a partecipatissimi incontri nelle scuole. Aveva anche contribuito fattivamente a mettere in piedi convegni con quei pochi israeliani che si oppongono all’occupazione: i refuseniks, ragazzi che rifiutano il servizio militare, l’antropologo Jeff Halper, il militante pacifista Michel Warschawski, Gideon Levy e Amira Hass, giornalisti coraggiosi.
Ci aveva aiutato a prendere posizione per il Bds (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni). Aveva preso parte agli incontri e teneva i contatti con l’Anpi, l’ong Vento di Terra e con European Jews for a Just Peace, di cui Rete-Eco è parte; scriveva loro regolarmente, l’ultima volta solo un mese fa.
Soprattutto, aveva fatto crescere germogli di sostegno attivo ai palestinesi, per cercare di frenarne la cacciata: in Cisgiordania, un ambulatorio materno-infantile e la Scuola di Gomme, minacciata di demolizione; a Gaza, una scuola laica dalla materna alle medie, il Remedial Education Center (Rec), in cui bambini e bambine andavano a lezione insieme. Grazie a lui, il Rec aveva ottenuto il Premio Feltrinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei per un’impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario.
Negli ultimi anni, Giorgio aveva guidato Rete-Eco nel sostenere l’Union Juive Française pour la Paix, con il cui aiuto nella Striscia di Gaza è stata costruita una torre idrica e funziona un vivaio. «Il ricordo del giusto sia una benedizione», dice la tradizione ebraica, e Giorgio era un Giusto. Ma oggi siamo tutti più soli.