regia di Basil Khalil
scritto da Basil Khalil e Daniel Yáñez Khalil
Cortometraggio .Colore. Durata: 15’. Palestina/Francia/Germania, 2015
Arabo/ebraico/inglese con sottotitoli in italiano.
con Maria Zreik, Huda Al Imam, Shady Srour
recensione di Michele Monni
L'Espresso, 24.01.2016
La vita silenziosa e devota delle Sorelle della Misericordia viene interrotta quando la macchina di una famiglia di coloni ebrei si schianta contro il muro del loro isolato convento nei Territori occupati palestinesi. E immediatamente sorge un problema: lo Shabbat sta per cominciare, la famiglia vuole tornare a casa urgentemente, ma la legge religiosa non gli permette di usare il telefono per chiamare aiuto, e le suore, hanno fatto voto di silenzio. Questi sono gli ingredienti di “Ave Maria”, il corto del regista palestinese originario di Nazareth (Israele) Basil Khalil, recentemente selezionato nella categoria dei cortometraggi agli Oscar di quest’anno.
“In questo posto, appena sei nato, ti affidano un ruolo dal quale non ti puoi liberare. Se sei palestinese, hai pochissimi diritti, se sei ebreo, ce li hai: l’unica cosa che puoi scegliere, è il livello di estremismo che vuoi nella tua vita” ha dichiarato il giovane regista. Khalil spiega che l’idea di scegliere come soggetti due gruppi che vivono agli estremi della società, rappresenta la chiave di lettura più veritiera quando si parla di Palestina e Israele. “Il paradosso e l’ironia” racconta il regista “sono gli elementi più evidenti nel mio cortometraggio: una storia del genere, così surreale, avrebbe potuto essere ambientata solo in Palestina”. I protagonisti, secondo il regista, dovranno essere capaci di mettere da parte le loro personali convinzioni per risolvere un problema, senza per questo diventare amici o smussare le proprie posizioni.
Khalil, nato da padre cristiano palestinese e da madre inglese, si è diplomato in Scozia alla Screen Academy di Edimburgo nel 2007, ha lavorato come sceneggiatore per alcune tv inglesi a Londra, ma ha anche frequentato i corsi del Torino Film Lab, una degli istituti più rinomati in Italia per aspiranti sceneggiatori e registi. “La mia esperienza a Torino è stata molto importante” racconta Khalil “li, ho avuto modo di studiare e confrontarmi con sceneggiatori e registi da tutte le parti del mondo”. Ave Maria è già stato presentato in molti festival italiani, come quello di Capalbio e a Passaggi d’Autore in Sardegna, e l’anno scorso è stato accettato anche al festival di Cannes.
Gli attori e la troupe sono sia ebrei israeliani sia palestinesi cristiani e musulmani, mentre i finanziamenti sono tutti palestinesi. Khalil si è detto dispiaciuto per le polemiche che hanno accompagnato la nomination del film agli Oscar. “Molti israeliani mi hanno accusato di ingratitudine, perché mi identifico come palestinese: è strano, quando un arabo israeliano fa qualcosa di buono diventa subito “israeliano”, mentre nella vita di tutti i giorni rimane solo un “arabo”.