- Michele Giorgio, GERUSALEMME,09.03.2017 Il Manifesto
Israele. La Knesset ha approvato ieri in prima lettura, tra le proteste accese dei deputati arabi, una
bozza di legge che nel suo testo definitivo dovrebbe portare allo spegnimento degli altoparlanti delle moschee
In Terra Santa il muezzin chiama alla preghiera i musulmani cinque volte al giorno dal 637, quando
il patriarca greco-ortodosso Sophronius firmò laccordo con il califfo Omar che sancì il controllo
islamico su questa regione. Nel 2017 dovrà farlo a voce bassa, tra le 23 e le 7 del mattino. O forse
sempre. Dipenderà dallapprovazione del testo definitivo del disegno di legge votato ieri in prima
lettura dalla Knesset. Dopo 1.400 anni qualcuno ha deciso di risolvere il problema dell’’ inquinamento acustico
provocato dalle moschee. La gente ha il diritto di dormire, hanno spiegato i deputati promotori del provvedimento,
riferendo della levataccia alla quale allalba sarebbero costretti gli israeliani ebrei che abitano in Galilea disseminata
(ahimè) di centri abitati arabi e decine di moschee.
In 69 anni dalla fondazione dello Stato di Israele nessuno aveva avvertito la gravità di questo
dramma, fino a quando non sono intervenuti i parlamentari Robert Ilatov, Oded Forer, Yoav Kisch eMoti Yogev, paladini del sonno tranquillo.
In Israele la legge già prevede che, in caso di disturbo alla quiete pubblica, le autorità possano
intervenire per punire i trasgressori. Se cè laltoparlante di una moschea con un volume troppo alto
la polizia può ordinare di tenerlo basso. Forer, Yogev e Ilatov invece affermano la necessità di una
legge ad hoc, che qui chiamano il Muezzin Bill. Ieri sono state approvate due versioni del
provvedimento. Il primo di Ilatov e Forer, del partito di estrema destra Yisrael Beitenu, sostiene che
il volume degli altoparlanti usati nei luoghi di preghiera sarebbe «irragionevolmente forte» e causa
di grave disturbo, quindi è da tenere basso, al minimo. La seconda versione, proposta da Yogev
(Casa ebraica) e Kisch (Likud), vieta a tutti i luoghi pubblici di culto di utilizzare i sistemi di
altoparlanti tra le 23 e 7 del giorno successivo e prevede multe fino a 10.000 shekel (circa 2600
euro). Si parla genericamente di luoghi di culto ma è evidente che la legge riguarda solo le moschee,
visto che in quella fascia oraria solo il muezzin chiama alla preghiera usando gli altoparlanti. Salvala sirena
dello shabat che entra in azione al tramonto.
Ieri alla Knesset, che lunedì aveva approvato la legge anti-Bds, si è quasi arrivati alle mani, con i
deputati arabi (palestinesi con cittadinanza israeliana) Ahmed Tibi e Ayman Odeh della Lista Araba
Unita che hanno stracciato i fogli con la bozza del provvedimento accusando di «razzismo» i suoi
promotori. Odeh ha avvertito che i cittadini arabi non rispetteranno la legge se sarà approvata.
Di regolamenti non applicati ha parlato ieri il centro dei diritti umani BTselem che ha denunciato, in
un suo rapporto, come negli ultimi venti anni Israele abbia adottato misure per sottrarsi ai suoi
obblighi di fronte al diritto internazionale e per non pagare alcun risarcimento a palestinesi
innocenti danneggiati dalle sue forze di sicurezza. BTselem riferisce di un forte calo nel numero
delle denunce presentate dai palestinesi a causa dell’archiviazione nel 95% dei casi da parte della magistratura militare.
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